L’origine della Giornata internazionale della donna risale all' 08 marzo 1917, quando si ebbe la prima manifestazione delle operaie di Vyborg, in Russia, manifestazione che diede l’avvio alla rivoluzione di febbraio (febbraio perchè nel calendario russo, 08 marzo cade il 23 febbraio).
Tuttavia quest'anno molti adottano la data dell'incendio della fabbrica Trianglené (25 marzo 1911), durante il quale morirono 146 operai, tra i quali la maggior parte però erano donne ebree e italiane immigrate, e festeggiano così il centenario della manifestazione.
Quest’anno il Parlamento europeo ha celebrato la ricorrenza con un seminario di grande attualità intitolato
“Ruolo delle donne nella leadership politica, tra rappresentazione e rappresentanza”,
nella consapevolezza che, se pure la presenza delle donne nella vita politica ed economica dei paesi europei non è nulla, esse raramente si trovano in posizioni apicali. In Italia le donne costituiscono il 60% dei laureati, ma solo il 47% di esse trova lavoro, e solo il 23,3% di queste laureate si trova nel management delle aziende pubbliche e private.
Di fatto il nostro paese si colloca al 74° posto (preceduto da Botswana, Vietnam, Ghana e Romania) del Global Gender Gap Report del World Economic Forum, il quale misura il divario di opportunità tra donne e uomini in 134 Paesi, registrando in questo modo lo scarto tra la parità normativa e la parità sostanziale tra donne e uomini.
Non c'è parità, non solo perchè le donne non sono presenti nelle posizioni dove si decidono le cose, ma perchè nel quotidiano la donna è ancora purtroppo vista e valorizzata solo in funzione dell'uomo che accudisce, che sia a casa, o al lavoro, o in qualunque altro contesto.
Ma non è solo responsabilità dell'uomo.